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Piazzetta Alario a Salerno, i comitati: “Nessuno ascolta le nostre istanze, sulla vicenda non cali il silenzio” Attualità 

Piazzetta Alario a Salerno, i comitati: “Nessuno ascolta le nostre istanze, sulla vicenda non cali il silenzio”

Trasparenza e rispetto, è quanto chiedono i comitati che si stanno battendo contro la realizzazione di lavori pubblici di restyling che stanno interessando Piazza Alario. E scrivono: “la controversa ristrutturazione di Piazza Alario è divenuto caso emblematico delle modalità di gestione della cosa pubblica da parte delle istituzioni di questa Città. Una questione risolvibile con un leale e naturale confronto tra Cittadini e Istituzioni è diventata fonte di scontri, di contrapposizioni ai fini elettorali, di ombre, sospetti, diffidenze, e simbolica manifestazione della supremazia del potere decisionale delle Istituzioni. E tutto ciò rischia di impedire una soluzione ragionevole della questione. Eppure, cittadini e residenti avevano solo chiesto di essere ascoltati per rappresentare le proprie idee su concrete esigenze di vita quotidiana.
Chi ha a cuore lo sviluppo coerente e compatibile di Salerno (94sima città d’Italia su 107 in ordine di vivibilità, nella annuale classifica del Sole24Ore) sa bene che la scontata assenza di dialogo tra Istituzioni e Comunità e l’assunzione di provvedimenti nel chiuso delle poche stanze del Palazzo, magari con la partecipazione di pochissime voci, ha impedito la crescita di un vero dialogo democratico. E che, a seguito di errori e sviste, molti ripensamenti si sono rivelati addirittura peggiorativi. Dopo le immancabili ripercussioni politiche, con scontri verbali e manifestazioni di dissenso, sul progetto della Piazza è calato un silenzio assoluto, interrotto solo da alcune indiscrezioni in ordine ad un incontro tra Comune e Sovraintendenza per fare  marcia indietro e cancellare alcune prerogative dell’opera che, pure, avevano congiuntamente approvato.Nei fatti, il cantiere di Piazza Alario è già aperto e metà della pavimentazione è stata divelta; i lavori sono fermi e le maestranze e i mezzi sono scomparsi. Al centro, poi, è emerso un “cratere”, ben visibile dall’esterno, che lascia presupporre la presenza di acque sotterranee e di conseguenti complicazioni operative. Il profilo dei luoghi ricorda, drammaticamente, quello di molti altri cantieri, aperti negli ultimi anni e poi abbandonati, di scavi di gallerie improbabili e di scheletri senza futuro. In tutto questo, l’Amministrazione non avverte il bisogno di informare i cittadini, accusati di condizionare e intimidire il Sindaco che, peraltro, ha dichiarato di non accettare interferenze e si rifiuta di rispondere persino alle richieste di chiarimenti dei suoi Consiglieri. Eppure, il confronto con la Comunità è un obbligo democratico per spiegare cosa si intende fare di questi spazi, dopo i tentativi di aggressione degli scorsi anni. Signor Sindaco, Signori Assessori, Signori Consiglieri, Signora Sovrintendente: noi, scriventi organizzazioni siamo garanti, come tutti Voi delegati, dei beni che appartengono alla Comunità e siamo interessati, come tutti Voi delegati, a salvaguardarne identità e vocazione perché le future generazioni possano goderne, fruirne e provare l’orgoglio di essere figli di questa terra.
Abbiamo chiesto semplicemente di essere ricevuti per discutere di una diversa progettazione del luogo e ribadire le nostre linee-guida per la realizzazione di un ‘giardino verde’ a servizio della vita di tutti, compresi i bambini, nel rispetto della sua funzione, integrale e primaria, di luogo di godimento e di fruizione. Le nostre sono solo idee e suggerimenti, non certo imposizioni. Non aspiriamo a regali o concessioni, ma a chiarimenti e ascolto, e rifiutiamo ogni possibile strumentalizzazione politica ed elettorale da parte di coloro che, solo oggi, si accorgono della ricchezza della parte storica della Città, da troppo tempo abbandonata al degrado e alla distruzione fisica di monumenti e memorie. Nell’esprimere anche la volontà delle molte centinaia di persone che hanno firmato una specifica pubblica petizione sulla piattaforma ‘Change.org’, chiediamo che Piazza Alario, da argomento di contrapposizione, diventi l’esempio di un cambiamento radicale nei rapporti tra Comunità ed Istituzioni.
Il silenzio non è accettabile.  Per questo, ci riserviamo di valutare nuove manifestazioni di pubblica protesta laddove la vostra ostinazione dovesse prevalere sul rispetto del dialogo e della partecipazione democratica”.

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